Diagnosi precoce displasia dell’anca nel cane

La displasia dell’anca nel cane conosciuta anche con l’acronimo CHD, è una malattia ad andamento progressivo, che si sviluppa nel periodo post-natale, durante la crescita scheletrica del cane. Una diagnosi DEFINITIVA può essere formulata solo dopo che l’animale ha completato la propria crescita scheletrica, con variabilità in base alla razza che prendiamo in considerazione,
ma compresa in un arco di tempo che va dai 12 ai 18 mesi circa.
Dato che l’instabilità e l’incongruenza articolare, causano processi secondari di artrosi a carico dell’anca stessa, è possibile intercettare la malattia già durante la crescita scheletrica del cane, nell’ottica di un approccio di medicina preventiva.

I segni clinici e radiografici che consentono di prevedere lo sviluppo di CHD, sono legati a diversi fattori:
alla morfologia e congruenza articolare;
alla rivelazione e misurazione della lassità articolare;
alla forma ed inclinazione del bordo acetabolare dorsale.
Una diagnosi precoce, seguita da un adeguato trattamento, possono arrestare ed addirittura invertire la progressione della malattia. Affinché la diagnosi precoce di CHD sia corretta, occorre seguire un iter diagnostico completo che comprende:
visita ortopedica
diverse proiezioni radiografiche (VD standard;VD Frog; VD distratta; DAR)
VALUTAZIONI INCOMPLETE COME AD ESEMPIO L’ESECUZIONE DI UNA SINGOLA PROIEZIONE RADIOGRAFICA, PORTANO A RISULTATI INATTENDIBILI.

Dr.Paolo Abrescia


FAQ

La parola “displasia” significa “anomalia dello sviluppo”.

Il gomito è un’articolazione complessa perché composta da tre ossa in equilibrio tra loro (omero – radio- ulna). Se i tre capi ossei non si articolano in modo perfetto tra loro, la conseguenza è una ripartizione anomala delle forze in articolazione .

Quando si parla di displasia la maggior parte delle persone pensa ad una patologia riconducibile all’articolazione dell’anca, in realtà , seppure con importanti differenze nelle cause, è una patologia che colpisce il gomito tanto quanto l’anca.

La displasia di gomito è la causa più diffusa di zoppia a carico degli arti anteriori in giovani cani di razze medio-grandi e giganti. La zoppia può manifestarsi su una o entrambe le zampe anteriori. Il proprietario solitamente nota  un cenno della testa verso il basso quando viene posizionata la zampa sana e il sollevamento della testa quando viene caricata la zampa patologica.

Spesso i cani che soffrono di displasia di gomito da ambo i lati non presentano  zoppia evidente, ma un occhio attento può notare un passo anomalo  con sofferenza generalizzata. I primi sintomi clinici vengono notati, per la maggior parte dei cani, prima dei 2 anni, ma spesso il problema non viene risolto ed i pazienti, grazie a continue terapie farmacologiche, sono costretti a convivere con il dolore fino all’anzianità.

Seppur con un tasso di incidenza minore, anche i cani di piccola taglia possono essere affetti da displasia di gomito.

Questa condizione è prevalentemente di natura genetica, anche se fattori ambientali come l’obesità durante la fase di accrescimento e traumi scheletrici possono influenzare l’andamento clinico. Le stime correnti affermano che più di cento geni sono correlati alla displasia di gomito. L’obbiettivo finale sarà quello di mappare geneticamente gli animali colpiti ed organizzare programmi di allevamento per ridurre al minimo questa malattia, ma la strada è ancora molto lunga e tortuosa.

Ci sono diverse tipologie di displasia di gomito. Nella maggior parte dei casi la patologia comporta la concentrazione di forze anomale su una parte dell’articolazione chiamata processo coronoideo dell’ulna. Queste forze anomale causano microscopiche fratture di questo processo osseo, con conseguente dolore. In molti cani una piccola porzione del processo o l’intero processo si separerà dall’osso rimanente vagando in articolazione. Questo patologia è chiamata frammentazione del processo coronoideo mediale (FCP). Le  radiografie standard sono molto utili per emettere una diagnosi di FCP,

Ma la causa della displasia non è sempre la stessa per tutti i gomiti. In ogni caso, per garantire il trattamento più efficace, è fondamentale identificare e neutralizzare le forze di carico mal distribuite che agiscono sul gomito interessato.